Europei a casa loro

Europei a casa loro

Stai cenando a casa con la tua famiglia e vedi la notizia dell’ennesimo sbarco di migranti sulle coste italiane. 

Anche se hai le migliori intenzioni verso l’altro, ti chiedi: ma come è possibile? Perché?

I politici - buona parte dei politici e tutti i politici dei partiti al governo - ti presentano una faccia della realtà, la faccia che dipinge l’Italia, l’Europa “vittime” dei problemi africani, e la soluzione non può che essere di rispedire i migranti (precisiamo: un certo tipo di migranti che i politici non vogliono, cioè i poveri e meno abbienti) presso i Paesi di origine oppure di “aiutarli a casa loro”.

“Aiutarli a casa loro” implica sborsare soldi pubblici per potenziare i controlli, efficientare il processo di immigrazione. Da un lato, combattere l’immigrazione illegale, dall’altro aiutare nello sviluppo economico dei Paesi. 

Quello che i politici non dicono è che esiste un’altra faccia del fenomeno, che dipinge l’Unione Europea e l’Italia come responsabili diretti di queste stesse migrazioni che stiamo cercando di evitare. 

Eppure, su questa parte della realtà c’è un silenzio cosmico.

Di cosa sto parlando?

Sto parlando degli accordi commerciali di libero scambio che l’Unione Europea firma con gli altri Paesi con l’obiettivo di aumentare gli scambi e incentivare il fatturato e la crescita delle imprese europee. 

Con questi accordi bilaterali da un lato l’UE garantisce per i suoi stati membri l’accesso a mercati con tariffe e dazi doganali ridotti, dall’altro consente l’ingresso ai produttori stranieri ad un unico grande mercato a tariffe e dazi doganali unificati.

In teoria è un win-win. Guadagnano le imprese esportatrici europee, e quindi pure quelle italiane, e guadagnano le imprese importatrici degli altri Paesi.

Invece, non è proprio così. 

Ci sono alcuni accordi commerciali, di cui diversi firmati con Paesi africani, che vengono duramente contestati perché considerati iniqui, sbilanciati a favore dell’UE.

Come il caso degli accordi di pesca tra UE e Senegal.

I pescherecci europei stanno dilapidando il pesce nelle coste senegalesi.

Il beneficio mio e tuo di poter mangiare pesce tutti i giorni, e a buon prezzo, costa posti di lavoro e distruzione dell’ecosistema marino del Senegal.

Perché ci importa di tutto questo?

Perché quegli stessi pescatori senegalesi che rimangono senza lavoro e quegli stessi capi famiglie che non possono più comprare pesce a buon mercato per i loro figli decidono di emigrare .

Anche in Italia. 

Guardati questo documentario realizzato da Al Jazeera e dimmi la tua. 


Fonte: 

Serigne vs the EU: Fighting European overfishing in Africa


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