Referendum cittadinanza, perché è importante?
Il prossimo 8 e 9 giugno, gli italiani saranno chiamati a votare su una questione che riguarda il futuro del Paese: il Referendum cittadinanza. Un voto che può cambiare la vita di oltre 2 milioni di persone che vivono, studiano, lavorano in Italia, ma che non sono ancora riconosciute come italiane dalla legge. Ragazzi e ragazze cresciuti nel nostro Paese, italiani di fatto ma non di diritto. Serve davvero questo referendum? Sì, serve. Perché è arrivato il momento di aggiornare una legge superata e scegliere un’Italia più giusta, che guarda alla realtà e al futuro.
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Introduzione
“Sono arrivata in Italia che avevo 10 anni, ora ne ho 26 e ancora non ho la cittadinanza”.
Con questa frase inizia la testimonianza di Kejsi, una delle tante giovani cresciute in Italia che ancora oggi, nonostante una vita trascorsa nel nostro Paese, non hanno accesso alla cittadinanza italiana.
Il prossimo Referendum cittadinanza del 2025 pone al centro proprio questa realtà: possiamo ancora permetterci di negare diritti fondamentali a chi è parte integrante della nostra società?
In questo articolo vedremo perché il referendum è necessario, cosa prevede e cosa significa davvero scegliere di stare #DallaParteGiustaDellaStoria.
Cosa prevede il Referendum cittadinanza?
L’attuale legge sulla cittadinanza italiana si basa sullo ius sanguinis, ovvero il diritto di sangue: si è cittadini italiani se si nasce da genitori italiani. Ma cosa succede se si cresce in Italia, si parla italiano, si studia in scuole italiane, ma si hanno genitori stranieri?
Succede che si resta invisibili. Senza cittadinanza, senza pieni diritti, senza voce nelle decisioni del proprio Paese.
Il Referendum cittadinanza propone di cambiare tutto questo, introducendo una riforma basata sullo ius culturae. Significa riconoscere la cittadinanza a chi ha frequentato un ciclo scolastico in Italia o è arrivato da piccolo e ha costruito qui la propria vita.
Non si tratta di un “regalo” ma di una scelta di civiltà: riconoscere ciò che è già realtà.
Per te sono cinque minuti, per me sono cinque anni della mia vita
Perché è necessario?
Perché siamo in ritardo. Paesi come Francia, Germania, Spagna hanno già riformato le loro leggi per includere chi cresce sul loro territorio. In Italia, invece, si continua a far finta di niente.
Alcuni dati parlano chiaro:
Più di 1 milione di minori nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri non hanno la cittadinanza italiana.
I tempi per ottenerla possono superare i 4 anni anche dopo aver presentato regolare domanda.
Le procedure sono lente, complesse e rischiano di essere discriminatorie.
Nel frattempo, migliaia di giovani italiani a tutti gli effetti si trovano esclusi da Erasmus, concorsi pubblici, carriere diplomatiche e opportunità che i loro coetanei possono liberamente cogliere.
La voce dei diretti interessati: Kejsi
Kejsi è il volto e la voce della campagna Dalla Parte Giusta della Storia . Nella sua testimonianza, racconta di aver dovuto rinunciare al sogno di lavorare in diplomazia per via della cittadinanza mai ottenuta, di aver accorciato il suo Erasmus per paura di perdere la continuità della residenza.
Questa non è una storia isolata. È il simbolo di ciò che accade ogni giorno a tanti giovani italiani “non riconosciuti”.
Come dice Kejsi:
“Cinque minuti per te sono cinque anni della mia vita” .
Cinque minuti in cabina elettorale per cinque anni di attese, rinunce, limiti imposti da una legge che non guarda al presente.
Le obiezioni: serve davvero cambiare?
C’è chi dice che cambiare la legge sulla cittadinanza aprirebbe le porte a un’invasione, che non siamo pronti, che ci sono altre priorità. Ma sono argomentazioni deboli, spesso basate su pregiudizi, non su dati. Ecco la realtà:
Chi crescere in Italia è già parte della nostra società : studia, lavora, contribuisce al benessere collettivo.
Concedere la cittadinanza non significa perdere l’identità italiana , ma arricchirla, renderla più vera.
Il cambiamento proposto è limitato a chi ha seguito un percorso educativo italiano , quindi non riguarda i flussi migratori irregolari.
Il Referendum cittadinanza serve, eccome. Serve per allinearci ai valori costituzionali, per valorizzare chi già costruisce l’Italia ogni giorno, per rendere più forte la nostra democrazia.
Come partecipare al Referendum Cittadinanza
📅 Quando si vota?
L’ 8 e 9 giugno 2025 . I cittadini italiani maggiorenni potranno votare nei seggi indicati sul certificato elettorale.
📌 Cosa si vota?
Una proposta di modifica della legge sulla cittadinanza, che introduca criteri più inclusivi e accessibili per chi è cresciuto in Italia.
📲 Dove informarsi?
Tutte le informazioni, testimonianze e materiali sono disponibili qui:
👉 https://www.esteri.it/it/servizi-consolari-e-visti/italiani-all-estero/votoestero/elezionipolitiche/referendum-abrogativi-2025/
👉 https://dallapartegiustadellastoria.it
👉 https://www.wired.it/article/per-cosa-come-si-vota-referendum-2025/
Conclusione
Il Referendum cittadinanza non è solo una questione tecnica o legale. È una scelta profonda, identitaria, etica.
Ci chiede di guardare in faccia la realtà dell’Italia di oggi e di domandarci: vogliamo un Paese che esclude o un Paese che riconosce?
Riconoscere la cittadinanza a chi vive, ama e costruisce l’Italia è un gesto di giustizia. È dire che l’identità italiana si basa sulla condivisione, sulla partecipazione, sulla realtà quotidiana.
L’8 e 9 giugno, abbiamo l’occasione di fare la differenza . Bastano cinque minuti. Ma per chi aspetta da una vita, quei cinque minuti valgono tutto.
Vota SÌ al Referendum cittadinanza.
Scegli di stare #DallaParteGiustaDellaStoria.