Fotografia e migrazioni: intervista a Nicolò Filippo Rosso

Fotografia e migrazioni: intervista a Nicolò Filippo Rosso

In questa intervista parliamo di migrazioni con il fotografo documentarista Nicolò Filippo Rosso.

Nicolò Filippo Rosso è uno dei più grandi fotografi documentaristi contemporanei.

Lui stesso migrante, dopo la laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Torino si è trasferito in America Latina, vivendo principalmente in Colombia negli ultimi dieci anni.

Uno dei motivi che spinge Nicolò a fotografare le migrazioni è il senso di responsabilità.

Lui ha attraversato le frontiere con gli stessi migranti che ha fotografato per raccontare ogni partenza e ogni arrivo.

Con Nicolò abbiamo parlato dello sguardo sul mondo, delle ingiustizie che ci circondano e che facciamo fatica a vedere, e che molte volte riusciamo a vedere proprio grazie al lavoro di fotografi umanistici che ci offrono uno sguardo diverso sul mondo. 

 Le fotografie sono documenti che ci rimangono, basta ricordare quelle che ritraggono gli italiani che viaggiavano nel secolo scorso per andare verso Paesi sconosciuti.

Per Nicolò, il bianco e nero è speciale perché è più universale, non ti fa pensare al posto specifico dove è stata scattata la foto e così ti permette di concentrarti sulla storia che c’è dietro.

Magari siamo solo all’inizio di grandi cambiamenti migratori causati dalle guerre, cambiamenti climatici e dalle grandi ingiustizie che ci sono in diverse parti del mondo, parliamo dell’Ucraina e di Gaza, ma anche del Sudan e del Congo.

Sai chi è un fotografo documentarista?

Il fotografo documentarista è un narratore moderno che utilizza la fotografia per raccontare storie della vita contemporanea. Usa la fotografia in modo sociale, come arte, denuncia, riforma, comunicazione e informazione. Cerca soprattutto immagini di esseri umani perché altri esseri umani possano apprezzarle.

 

 

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