Vi è mai capitato di terminare un racconto - un libro, fumetto, podcast, film o altro contenuto - e di aver voglia di condividerlo?
A me è successo con “Etenesh”, fumetto di Paolo Castaldi pubblicato da Becco Giallo.
Leggo fumetti da quasi 30 anni e non esito a definire Etenesh un capolavoro.
Gastaldi ci immerge nella storia di Etenesh, una ragazza etiope di 20 anni che decide di lasciare il suo Paese per raggiungere l'Europa in cerca di una vita migliore.
Etenesh parte da Addis Abeba e percorre un lungo e pericoloso viaggio attraverso il Sudan, il Niger, il Mali, la Libia e il Mediterraneo.
Violenza, sfruttamento, discriminazione, disperazione, ma anche speranza, umanità, dignità.
“La mia cella misura cinquanta metri quadrati. Oltre a me vi sono oltre trenta ragazze, tutte etiopi o eritree. Dormiamo per terra. I pochi materassi a disposizione sono pieni di pulci e pidocchi portatori di malattie. E ammalarsi a Sabha equivale a morire. Un piccolo stanzino adiacente funge da bagno. Il fetore fa quasi svenire.
“Ora non mi interessa più di niente, di casa mia, dell’Italia. Voglio solo farla finita, ma non ho il coraggio.”
“In alcune giornate di vento da Nord puoi sentirne l’odore. Dell’Italia, della libertà.”
È un fumetto che fa riflettere sulla condizione dei migranti e sulla necessità di costruire un mondo più giusto e più umano.